domenica 24 gennaio 2016

Jacob Barnett

Quando aveva 2 anni a Jacob Barnett (nato il 26 maggio 1998, Indianapolis, Indiana, Stati Uniti)  è stata diagnosticata una grave forma di autismo ed è stato inserito in un programma di insegnamento speciale. Il suo problema? «Pensava il mondo troppo nel dettaglio, così sembrava che non pensasse affatto - ricorda la madre del ragazzo, Kristine Barnett, che ha di recente pubblicato il libro "Il mio bambino speciale" -. I medici al tempo mi dissero che sarebbe stato un buon risultato se Jacob fosse riuscito ad allacciarsi le scarpe o a leggere un libro. >>
I genitori iniziarono subito la terapia Floortime un metodo per il trattamento di bambini con autismo che permette loro di concentrarsi su argomenti che li interessano. 

A soli 3 anni, durante una gita di un locale planetario, Jacob rispose a domande estremamente difficili sull’astronomia lasciando tutti i presenti allibiti. Da quel momento una escalation di scoperte e successi. 
A 4 anni memorizzò una mappa degli Stati Uniti guidando la sua famiglia da Indianapolis fino a Chicago. 
A 8 abbandonò la scuola perché si annoiava ad ascoltare le spiegazioni di cose che lui già sapeva, o indovinava in grande fretta. Apprese autonomamente in due settimane calcolo, algebra e geometria fino a calcolare 200 cifre del pi greco. 
A 11 anni gli venne offerto un posto all’Università dell’Indiana mentre ora sta studiando per un master e lavora a una nuova teoria sulla fisica quantistica.
La celebrità giunse quando la madre Kristine decise di riprendere il figlio mentre pronunciava frasi per lei incomprensibili e scriveva interminabili formule matematiche spiegando jacoble sue perplessità sulla teoria della relatività di Einstein. Il video attirò l’attenzione dell’Istituto di Princeton, proprio dove Einstein sviluppò la sua teoria. La relatività costituisce uno dei problemi più difficili dell’astrofisica e della fisica teorica pertanto chiunque riuscisse a risolverli sarebbe un naturale candidato a vincere il premio Nobel. Intanto Jacob, Jake per gli amici, porta avanti la sua vita come un normale bambino guardando Disney Channel e film di fantascienza.
Nonostante le numerose pubblicazioni scientifiche che ha alle spalle, la brillante carriera scolastica e le numerose scoperte e teorie che sta elaborando, la madre afferma che è necessario un lavoro quotidiano su se stesso per far fronte ai problemi che la sindrome gli causa.
L'8 novembre 2014  Jacob riceve il Premio Internazionale Sciacca.









Per approfondimenti 


Sito Ufficiale di Jacob Barnett (in lingua inglese)

Premio Sciacca

Libri Mondadori Il mio bambino speciale di Kristine Barnett 




Da Youtube 













Pensieri



Se mi chiedono della quarta dimensione, posso parlare per ore, se mi domandate dove ho messo i calzini, rispondo: non lo so.


Di tutto quello che mi hanno detto che non sarei stato in grado di fare, una cosa l’hanno indovinata: non riesco ad allacciarmi le scarpe, ecco perché oggi sono in ciabatte.


Ogni bambino ha un dono naturale. È ovvio che non tutti coloro che soffrono di autismo sono dei geni, ma tutti però hanno una qualche forma di talento. Bisogna prestare attenzione all’educazione dei bambini, e fare in modo che i doni individuali vengano accettati e valorizzati per la loro eccezionalità invece che ridotti a uno schema.
[Kristine Barnett - madre di Jacob Barnett]



domenica 17 gennaio 2016

Terry Garret

Terry Garret è un ragazzo non vedente che ha un canale YouTube dove documenta le sue imprese.  Nonostante la sua disabilità, Garret è uno degli studenti più promettenti della facoltà di Ingegneria dell’Università del Colorado. Nel 2011 ha iniziato a giocare a The Legend Of Zelda nella versione per Nintendo 64 affidandosi a due altoparlanti per ascoltare i suoni di Ocarina Of Time e scovare nemici, muri e ostacoli da superare. Ovviamente ci sono volute un sacco di vite, però il salvataggio dei progressi del gioco gli ha consentito di proseguire insieme al supporto dei suoi fan che gli hanno fornito i giusti consigli audio con le procedure dettagliate.



Da YouTube









 

lunedì 4 gennaio 2016

Jeff Onorato

Jeff Onorato dice che la svolta della sua vita è legata ad un episodio in fondo semplice.  E' il 1977, Gianfranco Onorato ha 25 anni ed esce dopo un anno di ospedale, il braccio e la gamba sinistra non gli servono più a nulla: il primo paralizzato e la seconda semiatrofizzata dopo l'asportazione di mezzo muscolo della coscia. Tutto per un terribile incidente di moto. Il traghetto per Olbia sta per attraccare, si accorge di avere i lacci della scarpe slegati e sorridendo chiede aiuto all'uomo che ha vicino: "Mi dà una mano, per cortesia?". E la risposta è il benvenuto del mondo dei normali: "E a me che me ne frega?". Oggi  Gianfranco "Jeff" Onorato è diventato un acrobata dello sci nautico, campione mondiale di sci a piedi nudi nei campionati per disabili e addirittura 150esimo in Europa, davanti a una quarantina di atleti normalissimi. A lui hanno fatto inaugurare i mondiali di nuoto a Sidney, in Australia del 2001. Tutto perché quel giorno del '77, ad Olbia, Jeff ha pianto.

"E' così che è scattato il meccanismo" racconta. Perché poi dalla rabbia e dall'umiliazione ha imparato ad allacciarsele con una mano sola, le scarpe. Poi ha deciso di continuare a fare sport. Poi si è costruito la casa, mattone su mattone. E quando ha messo l'ultima tegola, dice, ha capito "che anche con un braccio solo e una gamba semi-inferma non c'erano limiti".
Prima dell'incidente con la moto, Jeff Onorato nell'isola de La Maddalena in Sardegna dove è nato il 19 ottobre 1952 vive per lo sport. Inizia con il calcio: prima le giovanili, poi nell'eccellenza con il Palau e capitano ne La Maddalena. Gli basta? No: vince il campionato provinciale di pallavolo nei campionati studenteschi, fa gare di atletica nel fondo, quando non gareggia va in barca a vela, fa subacquea e quando cerca di entrare all'Isef si fa notare anche nelle parallele e nel volteggio al cavallo. Tra un allenamento e una gara trova anche il tempo di sposarsi. Una vita di corsa. Fino a quando un'auto lo investe in moto. Per molto tempo spera di recuperare il braccio. Non è così, è quell' "arrangiati" al porto di Olbia gli fa capire cosa lo aspetta. In più arriva anche il divorzio. E il messaggio è chiaro: devi imparare a fare da solo. E Jeff impara.
Nel 1994 acquisisce il brevetto di Istruttore Federale e di Maestro Federale di sci nautico e apre la prima scuola storica: lo Sci Club ‘Saint Tropez’, a due passi dal ponte di Caprera. Riesce a far sciare
chiunque, a prescindere dalle condizioni fisiche e mentali. La sua prima atleta non  vedente: Graziella Chiai, oggi scia anche con un monosci da slalom e da figure (2000).
Emanuele e Adriano, due ragazzini down di La Maddalena e Tempio sorridono con gli sci ai piedi.




Per approfondimenti





Da YouTube







Pensieri


è bello sapere che c'è qualcosa dentro di te che non ti abbandonerà mai

Per vivere bisogna saper volare e per volare bisogna saper osare

La vera libertà si conquista quando riesci a trasformare ogni dolore in una gioia.

Ero un single con la voglia di riprendere in mano i progetti che avevo abbandonato Insomma ho riaperto il cassetto, ho ricominciato ad allenarmi, a darmi da fare, a riallacciare i contatti perduti.
La vita è una questione di atteggiamenti mentali, lo so che sembra facile a dirsi, ma si può fare. E ci si arriva a piccoli passi, giorno dopo giorno. Anche quando ti dicono di no, che questo non lo puoi proprio fare. Certo ho un grande vantaggio: parto da una situazione che fa sembrare agli altri che io faccia molto...

Ho molta fede in Dio, in qualche modo ha voluto che questo fosse il mio destino". La difficoltà maggiore? "Che non esistono regole o leggi che organizzino la vita dei "diversamente abili", come chiamo io i disabili. Se provi a rompere questo muro, trovi insidie e ostacoli. Ma gli ostacoli vanno superati, non serve lo scontro