"E' così che è scattato il meccanismo" racconta. Perché poi dalla rabbia e dall'umiliazione ha imparato ad allacciarsele con una mano sola, le scarpe. Poi ha deciso di continuare a fare sport. Poi si è costruito la casa, mattone su mattone. E quando ha messo l'ultima tegola, dice, ha capito "che anche con un braccio solo e una gamba semi-inferma non c'erano limiti".
Prima dell'incidente con la moto, Jeff Onorato nell'isola de La Maddalena in Sardegna dove è nato il 19 ottobre 1952 vive per lo sport. Inizia con il calcio: prima le giovanili, poi nell'eccellenza con il Palau e capitano ne La Maddalena. Gli basta? No: vince il campionato provinciale di pallavolo nei campionati studenteschi, fa gare di atletica nel fondo, quando non gareggia va in barca a vela, fa subacquea e quando cerca di entrare all'Isef si fa notare anche nelle parallele e nel volteggio al cavallo. Tra un allenamento e una gara trova anche il tempo di sposarsi. Una vita di corsa. Fino a quando un'auto lo investe in moto. Per molto tempo spera di recuperare il braccio. Non è così, è quell' "arrangiati" al porto di Olbia gli fa capire cosa lo aspetta. In più arriva anche il divorzio. E il messaggio è chiaro: devi imparare a fare da solo. E Jeff impara.
Nel 1994 acquisisce il brevetto di Istruttore Federale e di Maestro Federale di sci nautico e apre la prima scuola storica: lo Sci Club ‘Saint Tropez’, a due passi dal ponte di Caprera. Riesce a far sciare
chiunque, a prescindere dalle condizioni fisiche e mentali. La sua prima atleta non vedente: Graziella Chiai, oggi scia anche con un monosci da slalom e da figure (2000).
Emanuele e Adriano, due ragazzini down di La Maddalena e Tempio sorridono con gli sci ai piedi.
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Pensieri
è bello sapere che c'è qualcosa dentro di te che non ti abbandonerà mai
Per vivere bisogna saper volare e per volare bisogna saper osare
La vera libertà si conquista quando riesci a trasformare ogni dolore in una gioia.
Ero un single con la voglia di riprendere in mano i progetti che avevo abbandonato Insomma ho riaperto il cassetto, ho ricominciato ad allenarmi, a darmi da fare, a riallacciare i contatti perduti.
La vita è una questione di atteggiamenti mentali, lo so che sembra facile a dirsi, ma si può fare. E ci si arriva a piccoli passi, giorno dopo giorno. Anche quando ti dicono di no, che questo non lo puoi proprio fare. Certo ho un grande vantaggio: parto da una situazione che fa sembrare agli altri che io faccia molto...
Ho molta fede in Dio, in qualche modo ha voluto che questo fosse il mio destino". La difficoltà maggiore? "Che non esistono regole o leggi che organizzino la vita dei "diversamente abili", come chiamo io i disabili. Se provi a rompere questo muro, trovi insidie e ostacoli. Ma gli ostacoli vanno superati, non serve lo scontro
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