domenica 5 giugno 2016

Manuela Migliaccio


L’estate del 2009 Manuela era in Grecia, in vacanza. Per scattare una foto «figa», come ricorda ora, ha perso l’equilibrio su un muretto ed è caduta per una cinquantina di metri. La sua corsa è stata fermata da una roccia, che le ha spezzato la colonna vertebrale, facendole perdere l’uso delle gambe. 
Tre anni esatti dopo il dramma, è riuscita a rimettersi in piedi e camminare con l’aiuto di esoscheletro bionico (una sorta di robot prodotto dalla Ekso che va a batteria, sviluppato in origine per dare i superpoteri ai soldati dell'esercito americano) messo a disposizione in una clinica di Lecco, Villa Beretta.
Il 04 Giugno 2016 Manuela ha stabilito il record del mondo del percorso più lungo mai fatto con un esoscheletro.

Attualmente studia veterinaria all'Universita' di Bologna e lavora (come barman) in un locale a Bologna.






Per approfondimenti 


Esoscheletro per disabili

UNIBO Magazine


Da Youtube 







Pensieri 

Ho sempre in mente i primi tempi con la carrozzina, avevo paura di ribaltarmi e cadere. Lei non ha idea di quante volte è successo, ma serve: cadendo passa la paura.


L'esoscheletro non sostituisce la carrozzina e non può permettere di riprendere a camminare, ma serve per fare riabilitazione. Non mi sento un modello, ma voglio trasmettere una speranza perché le persone non devono arrendersi.


Lo dico chiaro, la mia condizione non è penalizzante. In carrozzina sono molto più autonoma di quando, con Rewalk, mi alzo in piedi e cammino. Ho frequentato diversi posti dove si fa riabilitazione spinale, ho verificato di persona troppa gente che non vive più, raggomitolata su se stessa, incapace di uscire dalla condizione di disabilità. Molti si sentono malati.


Con la carrozzina ho sperimentato ogni tipo di sport, guido l’auto, viaggio in aereo. Ma non mi sento un fenomeno, sono semplicemente una persona che dice: guardate, si può fare quasi tutto e se uno ha dei limiti può provare ad andare oltre.


Gli orizzonti cambiano, tre anni fa pensavo alla carriera universitaria per diventare chirurgo veterinario, oggi ha in testa un sacco di altre cose. Una per tutte l’impiego della pet therapy non soltanto per gli anziani. Presto andrò in Toscana, dove si svolgono i Dinamo Camp, per aiutare i bimbi che sono usciti da situazioni oncologiche. Con i cani si può fare un ottimo lavoro.

giovedì 19 maggio 2016

Temple Grandin

Immaginate di aver ricevuto una diagnosi di autismo all’età di due anni. E di non aver parlato fino all'età di quattro anni. 
Di essere nate negli Stati Uniti alla fine degli anni ’40, quando la teoria dominante sulla causa dell’autismo era quella delle “madri frigorifero”, insensibili ai vostri bisogni così da costringervi a chiudervi in una fortezza vuota. Immaginate di avere avuto invece una madre eccezionale, che si rifiuta di farvi internare in un istituto e si impegna per insegnarvi a parlare, a cercare le cure migliori e le scuole in grado di darvi gli stimoli più appropriati. Così da consentirvi di ottenere, nonostante le difficoltà, un notevole successo accademico e professionale nel campo degli allevamenti di bestiame.
Questa donna è Temple Grandin (Boston, 29 agosto 1947) professoressa associata della Colorado State University, una delle più famose personalità affette da  sindrome di Asperger. 







Per approfondimenti 


Sito ufficiale di Temple Grandin (in lingua inglese) 



Da YouTube 








Pensieri

 Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente

domenica 10 aprile 2016

Francesco Maria De Ponte

Per Francesco Maria De Ponte, giovane romano di 26 anni, la laurea in Scienze politiche della comunicazione, conseguita l'8 aprile 2016 alla Luiss con 110 su 110, (titolo della tesi «Il ruolo del giudice nei sistemi di common law e civil law, convergenze e contaminazioni contemporanee»), non è solo il coronamento di un brillante percorso di studi, ma soprattutto un grosso colpo di piccone a paure e pregiudizi.  .
Francesco, infatti, è il primo studente autistico in Italia a conseguire una laurea magistrale, dopo avere ottenuto quella triennale. 

Un traguardo che sembrava impossibile quando, all'età di due anni, gli fu diagnosticata la patologia. Ostacolo che Francesco ha superato grazie alla sua tenacia e all'amore e alla competenza di mamma e papà, entrambi medici, e della sorella.
Francesco oltre che dalla sua volontà è stato sostenuto dal tutor della Luiss che lo ha seguito nell’ambito di un progetto aperto a tutti gli iscritti all’ateneo romano, finalizzato a estrapolare il meglio da ognuno di loro in base alle singoli attitudini. 







Pensieri 




Penso a un futuro nel settore dell’amministrazione pubblica, non vedevo l’ora di arrivare alla fine, non ho avuto paura



Non ci siamo mai nascosti la verità, atteggiamento inconsapevole e umano di chi ama il figlio e vorrebbe vederlo normale. Invece bisogna agire subito, non perdere tempo, questo è il mio consiglio. Francesco soffre di autismo ad alto funzionamento. Significa che possiede capacità cognitive elevate. Da bambino ha seguito terapie cognitivo-comportamentali, adesso fa psicoterapia.
[ Rosa De Ponte, mamma di Francesco Maria ]



Rigido nei rapporti  ogni novità è motivo di ansia, lo sconvolge. Non c’è grigio, tutto è in bianco e nero. Tutto deve essere pianificato e i fuori programma lo disorientano. Ha bisogno di ripetitività, come quando da bambino ripeteva i movimenti.
[ Rosa De Ponte, mamma di Francesco Maria ]

lunedì 4 aprile 2016

Davide Santacolomba

Davide Santacolomba, siciliano,  suona il pianoforte da quando era bambino. Fin qui non sembra esserci nulla di particolare eppure la storia di questo ragazzo è sorprendente. Davide, infatti, è affetto da una grave ipoacusia bilaterale neurosensoriale. In altre parole, è sordo.
Aveva 8 anni quando viene sottoposto a controlli medici e di accertamento che confermano la sua problematica: Davide non è in grado di udire nessun suono acuto. Il suo udito a malapena percepisce, a volume molto basso, i suoni del registro grave… per il resto è totale sordità.  

La diagnosi viene effettuata nell’ospedale Niguarda di Milano. Durante i giorni di pernottamento nel capoluogo lombardo, il piccolo Davide e la sua famiglia alloggiano presso un residence. La padrona possiede un pianoforte e ogni tanto lo suona per i suoi ospiti. Qui, per la prima volta, Davide incontra lo strumento che gli cambierà la vita.  La signora esegue qualche canzone semplice. Fra Martino Campanaro e melodie di questo genere, realizzate in un registro medio, tali che il bimbo possa riuscire a sentire qualcosa. Da allora comincia ad appassionarsi alla musica anche se, per ovvie ragioni, quella sembra essere la strada in assoluto meno percorribile per lui. Ma Davide ha una precoce forza di volontà e anche uno spirito entusiasta. Inizia a studiare musica alle scuole medie e da lì a poco, dopo anni di rigoroso studio e grazie sopratutto all'aiuto della sua prima insegnante, Paola Sciotto, approda al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo. Ha 14 anni e supera l’esame di ammissione. 
Sono anni difficili. Il suo primo Maestro non è affatto clemente, lo scoraggia, lo demotiva, ritenendo che un ragazzo sordo non possa fare nessun tipo di carriera come musicista. Lentamente, con uno sforzo superiore a tutti gli altri e affidandosi anche al suo senso tattile e alla sua emotività, Davide riesce a superare le avversità. Con coraggio e insistenza, anno dopo anno, affronta ogni esame fino traguardo del diploma accademico, conseguito con un voto di 10 e lode.
Oggi la vita di questo ragazzo straordinario è sensibilmente migliorata grazie a un potente apparecchio acustico che, negli ultimi 2 anni, gli ha dato la possibilità di recuperare frequenze inesistenti al suo udito naturale, migliorando la sua comunicazione verbale e musicale, non costringendolo inoltre a leggere sempre il labiale per poter comunicare con gli altri.
Dopo un esame molto difficile, Davide è stato recentemente  ammesso al Master of Art in Music Pedagogy in pianoforte presso il prestigioso Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano. La sua straordinaria caparbietà, il suo entusiasmo e forza, non possono lasciare indifferenti e sono una fonte di ispirazione per tutti.





Le Iene: puntata del 13 Marzo 2016


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Pensieri



“Ho dovuto fare uno studio e un lavoro pazzesco affidandomi interamente all'orecchio della mente per il tocco, all’espressività, al tatto. Il mio ‘orecchio mentale’ funziona così: attraverso la conoscenza del registro dei suoni gravi e medi posso ricostruire nella mia mente lo stesso tocco e carattere nel registro dei suoni acuti… così cerco di studiare dapprima i brani trasponendoli nel registro più grave per poi riportarli nel registro originale”


“Ho messo sempre davanti il cuore: ho un grande desiderio di provare e di trasmettere agli altri le emozioni, la bellezza, la nobiltà, la purezza e tutte le sensazioni che la musica regala”

domenica 27 marzo 2016

Rita Francese

Segnalo questo sito interessante
http://www.ritafrancese.it/
realizzato da Rita Francese,  docente di Informatica presso l’Università degli Studi di Salerno dove troverete tante informazioni sull'autismo

domenica 20 marzo 2016

Nicoletta Tinti

Ex ginnasta della Nazionale (con cui ha partecipato alle Olimpiadi di Atlanta) e danzatrice, Nicoletta Tinti, nata il  22 maggio 1979 ad Arezzo, è su una sedia a rotelle dal 2008 a causa dell’esplusione di un’ernia discale che le ha lesionato il midollo spinale.              Paraplegia, la diagnosi.
Ecco cosa ricorda Nicoletta del giorno in cui la sua vita cambiò.        «Era un lunedì di luglio. La mattina alle sei mi svegliò una fitta fortissima alla schiena, come una pugnalata, causata da una ernia di cui non mi ero resa conto di avere. In poche ore cominciai a perdere movimento agli arti inferiori. All’ospedale di Siena mi operarono subito. Al risveglio, i medici mi dissero che non avrei più camminato». Nicoletta confessa di non essersi resa subito conto del suo nuovo stato. «Se piansi fu solo perché gli altri piangevano».
Una settimana dopo l’operazione fu trasferita alla Unità Spinale di Firenze e solo allora, confrontandomi con le altre persone in carrozzina, mi resi davvero conto della mia nuova realtà».
Questo suo handicap non le ha impedito di rimodellare il suo curriculum dove alla voce «professione» ha scritto «ingegnere civile» e tra le sue passioni ha messo la parola «danza». Nicoletta balla e lo fa con disinvoltura. Grazie all’aiuto di una gabbia «grim», Nicoletta riesce a muovere la parte superiore del suo corpo e a rendere invisibile quella disabilità che nella vita quotidiana vive con orgoglio.
Ha fondato la compagnia di danza “Inoltre”. [http://www.inoltre.company/]



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Pensieri


Gli altri piangevano, ma io vedevo solo me stessa, la donna di sempre, timida e attiva. Non ho mai avuto momenti di disperazione.

Il mio mondo è stato ed è quello dello sport che ti abitua alle rinunce e alla determinazione.

Ho imparato a convivere con la mia nuova condizione. Pochi giorni dopo l’operazione iniziai fisioterapia e misi in pratica tutto quello che mi insegnavano. Mi posi piccoli obiettivi da trasformare in grandi vittorie quotidiane, come imparare a vestirmi. Non ho mai pensato di dipendere da altri. Né in casa né fuori. Così presi subito la patente per disabili e in un anno terminai gli esami e la tesi che mi mancavano per la laurea in ingegneria civile

domenica 6 marzo 2016

Ibrahim Hamato

Nonostante abbia perso entrambe le braccia in un incidente quando aveva solo 10 anni, Ibrahim Hamato non si è dato per vinto e si è allenato duramente per diventare un fenomeno del ping pong. E con la racchetta tra i denti, l'atleta egiziano ha vinto partite su partite, fino a diventare un giocatore professionista e uno dei più famosi del circuito.







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Pensieri



Disabilità non è nella braccia o nelle gambe. Disabilità è nel non perseverare in ciò che si vorrebbe fare.



Nulla è impossibile se si lavora duramente per un obiettivo. (...) Nella mia vita le due cose più importanti sono due. La prima è mia moglie, lei è tutto per me. Mentre la seconda è proprio il Ping Pong, sport nel quale trovo la mia più grande soddisfazione nel giocare e godermi ogni singolo punto conquistato.



Tre anni dopo la sciagura volevo ricominciare ma non riuscivo a giocare con la racchetta sotto al braccio. Dopo aver tentato varie soluzioni ho deciso di tenere la racchetta con la bocca, e come vedete funziona!